Apparteniamo alla sezione dei primi e ne siamo orgogliosi. Siamo le aquile che volano alto, le voci che sovrastano gli altri, perciò spesso siamo invitati a moderare i nostri acuti, a contenere le nostre esuberanze. Ma basta un accenno del nostro maestro, a cui siamo affezionati e di cui conosciamo le capacità, un richiamo alle nostre sezioni che subito rientriamo e ci accorgiamo di essere andati troppo in alto. Siamo molto amalgamati, ci sentiamo fratelli. Condividiamo, ormai da molti anni, la gioia e l’entusiasmo del cantare e dello stare assieme. A volte ci sentiamo protagonisti. E perché no? Infatti ai primi si richiede l’avvio, il la, la melodia, l’armonia, il meglio. Ci sono a volte iniziative singole con i falsetti; la melodiosa voce del solista che invidiamo, ma che ci inorgoglisce perché è dei nostri, è il caposezione. Tra noi c’è il pignolo, il brontolone, il modesto, il distinto, il bonaccione ma quando cantiamo ci fondiamo in un’unica dolce armonia di violini e viole. Cerchiamo sempre il meglio, negli attacchi, nel tempo; nell’armonia, se l’entusiasmo o la precipitazione ci porta a stonati accordi, cerchiamo subito di rimediare correggendoci reciprocamente e poi tutti ci ritroviamo a riprendere in perfetta sintonia. Ognuno di noi che sente la montagna ha bisogno di esternare la propria gioia quando si trova lassù e ne ritorna. E una dolcezza nostalgica e piena di commozione ci scende nel cuore quando nel cantare i canti del nostro repertorio alpino viviamo qui momenti sublimi. Ecco chi sono i… primi.

Top